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Alla ricerca delle tracce umane nel paesaggio, i 100 disegni indagano le relazioni tra Artificio e Natura. Fin dall'antichità l'opera dell'uomo ha modificato il territorio talvolta in armonia con gli ecosistemi, spesso in antagonismo. L'articolazione tra dissonanze e simmetrie, distanze e ravvicinamenti segna un percorso tra realtà, immaginazione ed utopia in cui l'artefatto si integra nello spazio circostante, lo contamina divenendone un simulacro, interferisce con esso assumendo le forme iconiche dell'architettura. Il disegno è uno sismografo che consente all'architetto di percepire le 'vibrazioni' fisiche-visuali dei paesaggi reali e mentali. L'opera di Massimo Gasperini studia e riproduce i tessuti e le interferenze dello scenario attuale. L'opera di Alessandro Melis indaga gli ipotetici scenari futuri, in cui il rapporto tra gli elementi di grado opposto produce visioni parossistiche e distopiche.